venerdì 12 ottobre 2007

giovedì 11 ottobre 2007

mercoledì 3 ottobre 2007

Sentiero da Prossenicco verso Montemaggiore















Dislivello 800

Lunghezza km 16

Altitudine min 389

Altitudine max 795

Giunti nella piccola frazione di Prossenicco si attraversa il paese in direzione di Platischis parcheggiando l’auto in un piccolo spiazzo sulla destra (m 547) in corrispondenza dello sbocco di una pista sterrata. Si inizia quindi a camminare lungo la strada asfaltata in direzione nord seguendo le indicazioni del segnavia CAI n.744 che coincide qui con il Sentiero Italia. Oltrepassata la caserma della Guardia di Finanza si esce dall’abitato in lieve discesa lasciando subito a sinistra la deviazione per Platischis. Giunti in prossimità del piccolo cimitero le segnalazioni ci portano ad abbandonare l’asfalto per scendere lungo un marcato sentiero che a primavera si ricopre letteralmente di crochi e campanellini. Superato il rudere di un vecchio stavolo ed alcuni successivi terrazzamenti si confluisce nuovamente sulla strada asfaltata che si segue ancora per circa 900 metri oltrepassando il ponte sul rio Namlen (m 389, punto più basso dell’escursione). Tralasciata anche la deviazione a destra, presso il valico con la Slovenia, si abbandona definitivamente l’asfalto per imboccare la carrareccia che scende leggermente verso le sponde del Natisone.


Si costeggia il corso d’acqua lungo una pista che regala scorci interessanti sul greto del fiume e sulla dorsale compresa tra la punta di Montemaggiore e lo Stol. Con andamento pressoché lineare si segue il corso d’acqua fino ad arrivare alla confluenza del Rio Bianco e del Rio Nero, punto che segna tradizionalmente l’origine del Natisone.


Si prosegue ancora per poco risalendo lungo il corso del Rio Bianco che in breve si attraversa su un guado dal fondo cementato. Sull’altra sponda si lascia la pista forestale per imboccare il sentiero che sale lungo un crinale boscato. Seguendo le indicazioni sugli alberi ci si innalza con pendenza ora molto più decisa su una traccia poco marcata che in breve interseca nuovamente la pista forestale. Si riprende il filo della dorsale che si fa ora più roccioso e con un ultimo strappo si guadagna anche il bel ripiano prativo di Certegna (m 688) dove lo sguardo si apre sempre più verso la catena del Montemaggiore.
Seguendo con attenzione le segnalazioni si passa accanto ad alcuni ruderi che il tempo ha inesorabilmente rovinato raggiungendo l’unica costruzione risistemata dove termina anche la pista forestale.
Poco oltre l’abitazione il segnavia CAI ci conduce ad imboccare l’antica strada Sregnobardo-Montemaggiore come si apprende da un cartello all’imbocco del sentiero. Si tratta di una buona mulattiera, ancora in parte lastricata, che scende in maniera decisa nel bosco fino a raggiungere nuovamente il greto del Rio Bianco in corrispondenza di una marcata ansa.
Qui il torrente è più giovane ed il guado del piccolo corso d’acqua non presenta alcuna difficoltà. La mulattiera riprende sulla sponda opposta tra le splendide fioriture di primula comune, bucaneve, elleboro verde e farferugine che caratterizzano il sottobosco di marzo. Dopo una breve risalita il sentiero traversa quasi in falsopiano, alto sul letto del rio Lemagna. In breve si giunge in prossimità del greto che si oltrepassa tramite un antico ponte in pietra ancora ben conservato. Si tratta di uno dei punti più suggestivi dell’itinerario in quanto, pochi metri oltre il ponte, il rio forma una ampia vasca e si getta in una alta cascata che la conformazione del terreno lascia solo intravedere. Superato il piccolo corso d’acqua si riprende a salire costeggiando alcuni stavoli diroccati ed una serie di terrazzamenti e muretti a secco che conducono alle case di Montemaggiore (m 795).
Dall’abitato il segnavia CAI n.742 prosegue a salire verso la sella di Riobianco mentre per noi è giunto il momento di rientrare utilizzando il medesimo itinerario. Dagli stavoli di Certegna è possibile variare di poco la discesa utilizzando al posto del sentiero la pista forestale. Questa riporta esattamente al guado cementato sul Rio Bianco.

Se volete saperne di più visitate l'indirizzo http://www.sentierinatura.it/EasyNET/Frameset.asp?Code=sentierinatura&Page=FormDOC&IDD=2440&FROMSTART=TRUE

prosnid

piccola frazione di Taipana a 543 metri sul livello del mare è dislocata sul fianco sinistro della valle del torrente Lerada,e si dilunga attraverso l'unica stradina,che da sud si inoltra verso nord,per scendere poi verso l'argine del fiume Natisone fino a raggiungere il ponte Vittorio Emanuele,unico passaggio in territorio sloveno.
Poche le case,oggi restaurate dopo il terremoto del 1976,rifatte le viuzze antiche,con metodi moderni e compiacenti,rifatto insomma,un vestito nuovo di questo piccolo centro montano che 60 anni fa contava circa 800 abitanti!!!!